Menu principale:
Training Autogeno
I Corsi
Programma didattico del corso di TRAINING AUTOGENO
Docente: MAURO CAGNARDI
La tecnica del Training Autogeno di J. H. SCHULTZ nasce come tecnica psichiatrica, o meglio psicoterapeutica,
al fine di permettere il superamento del grosso problema che si pone nel rapporto di transfert tra paziente e
terapeuta, nonché come il tentativo per il superamento di quello che Freud chiamava “il muro della biologia”
cogliendo le relazioni funzionali nel rapporto tra psiche e soma.
Nel corso del tempo la tecnica ha avuto parecchie applicazioni in vari campi sia della medicina, sia in ambito
sportivo che in ambito generale delle applicazioni umane.
Il training autogeno è un metodo di autodistensione da concentrazione psichica passiva che consente di modificare
situazioni psichiche e somatiche.
Training significa allenamento, cioè apprendimento graduale di una serie di esercizi di concentrazione psichica
passiva, particolarmente studiati e concatenati, allo scopo di portare progressivamente al realizzarsi di spontanee
modificazioni del tono muscolare, della funzionalità vascolare, dell’attività cardiaca e polmonare, dell’equilibrio
neurovegetativo e dello stato di coscienza.
Autogeno significa “ che si genera da se “; ciò differenz
ia questo metodo dalle tecniche autoipnotiche ed
eteroipnotiche le cui realizzazioni somatopsichiche sono attivamente indotte dal soggetto o dal terapeutica.
Gli esercizi del training autogeno (T.A.) hanno lo scopo di farci raggiungere lo stato autogeno, che è una
condizione di passività assoluta, priva di atti volitivi, realizzata nella indifferente contemplazione di quanto
spontaneamente accade nel proprio organismo e nelle propria mente.
In conseguenza di questo nuovo ed insolito atteggiamento
si sviluppano spontanee modificazioni psichiche e
somatiche di senso opposto a quelle provocate nella nostra mente e nel nostro corpo da uno stato di tensione,
di ansia , di stress.
La tecnica di autodistensione di J.H. Schultz consente
di realizzare sia a livello psicologico che somatico, uno
stato di per sé del tutto opposto alle reazioni in autotensione, tale da migliorare, modificare, risolvere o
normalizzare funzioni psichiche o somatiche che si fossero allontanate dal loro equilibrio originario.
Il T.A. completo è costituito da due serie di esercizi; la prima, inferiore o somatica; la seconda, superiore o
psichica.
Nella prima la concentrazione mentale è rivolta a particolari sensazioni somatiche; nella seconda a particolari
rappresentazioni psichiche.
L’allenamento alla realizzazione di uno stato di ipotonia, sempre più generalizzato ed evidente, costituisce il
primo esercizio del ciclo inferiore, l’esercizio della pesantezza.
L’ipotonia che si raggiunge non è soltanto della muscolatura volontaria, ma anche della muscolatura delle
pareti vascolari; si viene allora a determinare un’iperemia obbiettivamente controllabile; l’allenamento alla
percezione di queste modificazioni circolatorie periferiche costituisce il secondo esercizio del ciclo inferiore,
l’esercizio del calore.
Man mano che si allentano la tensione psichica e quella neuromuscolare la funzionalità respiratoria tende a
modificarsi; quanto è maggiore lo stato di passività e di calma emotiva, tanto più il respiro si fa spontaneo,
meccanico, ritmico, autonomo.
La passiva e indifferente contemplazione, che si realizza nella concentrazione psichica dell’esercizio del
respiro, offre la sempre più precisa sensazione che il respiro vada da solo; la massa calda e pesante del corpo
respira da sola, del tutto distaccata da una psiche che si fa gradatamente sempre più passiva, quasi assente.
Lo stesso Schultz definì il proprio metodo “ Yoga occidentale “.
Vi sono molte affinità fra le due tecniche, ma anche molte differenze, sostanzialmente nelle caratteristiche
della concentrazione; nel T.A. essa è passiva e si orienta su sensazioni somatiche, mentre nelle tecniche
orientali è attiva e si avvale di spunti meditativi a contenuto religioso.
Con una migliore conoscenza del nostro corpo, il T.A. ci offre nel quarto esercizio, l’esercizio del
controllo cardiaco, la possibilità di percepire i battiti del nostro cuore; la percezione che segue questa
introspezione somatica, con l’allenamento, ci dà la rassicurante consapevolezza del nostro muscolo cardiaco
che batte calmo, ritmico, regolare.
Dopo i visceri toracici, la concentrazione psichica si orienta ai visceri addominali; l’esercizio relativo è
l’esercizio del plesso solare.
L’allenamento al quinto esercizio inferiore porta ad alla realizzazione di una distensione, di un’armonia
funzionale, di una sensazione di equilibrio e di calore negli organi addominali.
L’ultimo degli esercizi del ciclo inferiore è il cosiddetto esercizio del fresco alla fronte, durante il quale la
fronte viene percepita come staccata dalla massa calda e pesante del corpo, tale sensazione viene vissuta
come uno stato di calma, di vuoto psichico, di pace interiore.
Alla serie degli esercizi del ciclo inferiore seguono quelli del ciclo superiore, non più orientati sul soma
ma sulla psiche; con essi è possibile favorire la produzione di un ricco materiale di provenienza inconscia.
Per mezzo di essi è possibile la conoscenza del “ colore personale “, la visualizzazione di oggetti concreti o di
concetti astratti, la realizzazione di esperienze simboliche; si possono porre “ domande all’inconscio “ e
affrontare in tal modo problematiche esistenziali.
Inoltre il terapeuta può, con elementi tratti dall’anamnesi, dal contenuto delle situazioni conflittuali, dalle
manifestazioni caratteriali, dall’analisi della personalità, dal materiale prodotto durante la verbalizzazione spontanea
e i colloqui con l’inconscio, comporre delle formulazioni terapeuticamente utili.
Tali formulazioni vengono poi immaginate o vissute dal soggetto una volta raggiunto lo stato autogeno.
A seconda di ciò che ci si propone di realizzare esse possono essere generiche o peculiari per il soggetto,
organospecifiche, desenzibilizzanti, neutralizzanti, di rinforzo, d’astinenza, paradossali , ecc…….
Con queste sedute di autodistensione psichica e somatica è possibile smorzare, risolvere, eliminare sintomi
disturbanti, mobilizzare attitudini interiori che non riuscivano a realizzarsi spontaneamente, smantellare resistenze
chi impedivano il ristabilirsi di equilibri funzionali alterati, trasferire dinamismi positivi negli strati più profondi
della personalità, decondizionare situazioni patologiche anche da tempo stabilizzate.
Il T.A. può essere applicato sia in soggetti con disturbi psichici, funzionali od organici, sia in soggetti “ normali “.